Ci sono eventi che entrano nella storia per essere delle vere e proprie pietre miliari. Cambiamenti così vasti e potenti, tipicamente inaspettati e almeno in parte imprevedibili, da sconvolgere le fondamenta stesse del nostro modo di vivere.
Situazioni del genere sono in grado di stravolgere e mettere in difficoltà qualsiasi realtà, anche la più avvezza al cambiamento, anche la più resiliente.
L’esplosione del Coronavirus in Italia e nel mondo è una di queste e sarà sicuramente ricordata come uno degli eventi più significativi del nostro tempo.
Uno "tsunami" che mette alla prova privati e aziende, che scuote le fondamenta del nostro modo di vivere e lavorare, e sì, sicuramente anche una delle prove di changeability più grandi e repentine che abbiamo affrontato nel recente passato.
Persino per Methodos, la Change Management Company. Perché un conto è dire cambiamento, quando questo può essere previsto e affrontato con preparazione. Tutt’altro conto è farlo in condizioni di estrema incertezza, con la volatilità dei mercati al massimo, decreti legge che influenzano le scelte e le attività, la paura a fare da sfondo a tutto.
Un conto è mettere in campo lo smart working in condizioni di lavoro normali, con la possibilità di incontrarsi qualora si renda necessario e di svolgere le consuete attività quotidiane. Uno completamente diverso è farlo quando l’intero Paese è in quarantena e i movimenti sono ridotti al minimo. Un conto è cambiare il proprio mindset in vista di un obiettivo di lungo termine. Farlo velocemente e in risposta a una delle crisi più grandi mai affrontate dalla nostra generazione è molto più difficile.
Eppure, c’è qualcosa di diverso nel nostro modo di operare. Qualcosa che, se questo dramma fosse arrivato solo un paio di anni fa, non avremmo avuto e non saremmo quindi stati in grado di reagire in maniera altrettanto forte e radicata.
È M4810, e ciò che ci ha insegnato sul cambiamento.
Una consapevolezza sottile e leggera che aleggia tra noi, non particolarmente definita. Una voce che si alza dallo speaker del telefono, a cui seguono tanti mugolii di assenso, ora che i “Meeting All” si devono svolgere interamente da remoto.
“M4810 ci ha davvero aiutati a cambiare; ora si vede più che mai, nel modo in cui stiamo affrontando questa crisi”.
Lo vediamo nel nostro modo di rispondere a questo stravolgimento estremo di tutto ciò che conosciamo. Una risposta in tempi avversi che si basa sul prendere in considerazione i fattori vincolo: qualcosa ben noto a chi ha imparato quanto sia importante l’adattabilità. La capacità di non rimanere attaccati alle decisioni e alle scelte, ma di rimettere in discussione tutto il percorso, così come si farebbe davanti al maltempo in montagna. Sul non cadere nelle trappole euristiche del “si è sempre fatto così” o del “se gli altri sono d’accordo, allora andrà bene”.
Un contesto, quello dell’emergenza Covid-19, in cui più che mai è importante ciò che abbiamo appreso sull’analisi del rischio con M4810: non sempre un azzardo coincide con la capacità di innovare; a volte, è solo pericoloso. E va minimizzato quanto più possibile, come si fa in montagna, o come quando un’emergenza sanitaria rende essenziale restare tutti a casa.
Possiamo riuscire a fare tutto questo, ora, velocemente e in maniera efficace, solo perché abbiamo lavorato tanto sulla cosa più importante: l’ambiente. Abbiamo curato una cultura aziendale capace di raccogliere le sfide, di lasciare liberi di sperimentare ed essere proattivi. Un sostrato che permette ai semi di germogliare e al cambiamento di avvenire naturalmente. Ai nostri team di essere allineati e coesi. Di avere un “passo” unico anche quando quella specie di cordata che solitamente ci lega, l’ufficio, sparisce e diventa un filo invisibile fatto di comunicazioni digitali.
Una cultura che è stata incoraggiata e sostenuta da M4810, che ci sta permettendo di tracciare un percorso sistematico di Change Management valido tanto in azienda quanto in montagna, tanto sul singolo quanto sulle organizzazioni, che ora ci rende change agents migliori, più efficaci su noi stessi e per i nostri clienti.
Insomma, M4810 ci insegna e ci ricorda ora, in questa crisi, la cosa più importante: l’imprevedibile prevedibilità del cambiamento. “I mutamenti ci investono, che lo vogliamo o no. Non ci si può sottrarre, solo preparare. L’unico modo per restare vincenti allora è restare in movimento, fluidi, pronti a cambiare, a cogliere i segnali deboli con grande anticipo e implementare soluzioni innovative in tempi rapidi. Bisogna quindi fare tesoro dell’imprevedibilità, sfruttarla come campo di prova supremo di tecniche e pratiche innovative”.
Facciamo sì che anche questa emergenza Coronavirus non sia solo una grande tragedia umana, ma sia anche un’altra grande fonte di insegnamento, proprio come la montagna. Facciamo in modo che tutto questo, quando sarà passato, non sia stato vano.