Nel ‘900 Riccardo Cassin ha affrontato per la prima volta la parete nord del Grandes Jorasses.
Una grande impresa dal punto di vista alpinistico, certo, ma passata alla storia soprattutto per un altro motivo: lo ha fatto senza aver mai visto il Massiccio del Monte Bianco se non in cartolina.
Dal rifugio, si fece indicare semplicemente il suo obiettivo dal gestore, e con solo la foto inviatagli da un amico giornalista a suggerirgli la via, si accinse a scalarlo
Oggi sarebbe impensabile fare qualcosa del genere. Chiunque può andare su internet e trovare decine di descrizioni e itinerari su pressoché qualsiasi attività, alpinistica e non; esistono persino diversi video in tempo reale dei percorsi alpinistici, con descrizione minuziosa di ogni singolo metro. Possiamo vedere in prima persona come raggiungere la cima del Monte Bianco o qualsiasi altra montagna, dalla comodità del nostro divano.
Ma questo rende forse l’impresa di scalare il Grandes Jorasses facile o alla portata di tutti coloro che possono usufruire di quell’informazione? Studiare e vedere video su video ci renderà forse più semplice raggiungere il Tetto d’Europa?
La complessità è amica o nemica, dipende da come la si affronta. L’abbondanza informativa che viviamo oggi può supportare chi vi affianca la giusta competenza pratica, e può essere tremendamente dannosa per chi non lo fa.
Bisogna studiare attentamente i rischi, i percorsi, le tecniche. Studiare e mettere in pratica, guardare con umiltà alle proprie capacità e ai propri limiti.
Come alpinisti, ma anche come consulenti di change, dobbiamo raccogliere e analizzare tutte le informazioni a nostra disposizione sull’ambiente, sul contesto, sulle persone, non per controllare tutte le variabili, ma per comprenderne le potenzialità.
Non dobbiamo però cadere nella trappola di pensare che questo basti: serve anche tanta pratica, estrema consapevolezza, interiorizzazione del mindset.
Non basta avere in mano una piccozza per saperla usare, e proprio per questo ad esempio ci prepareremo al Monte Bianco anche con delle uscite nelle quali ci eserciteremo ad utilizzarla attivamente. Una vera e propria “scuola di ghiaccio”.
Lo stesso nel Change Management, ritenersi pronti ad affrontare il cambiamento senza averlo mai provato su se stessi sarebbe la stessa cosa: per questo, ci sottoponiamo a M4810 come “scuola di change”, tanto teorica quanto pratica.
Abbiamo tutte le informazioni necessarie, tanto per a scalare il Monte Bianco quanto per avere successo come imprese nel mondo complesso in cui viviamo;, forse ne abbiamo addirittura troppe.
È la capacità di comprendere quelle realmente importanti, di affiancarle al giusto mindset e a una pratica ragionata e di scegliere di conseguenza, che ci porterà sulla vetta.