Questo gruppo non smette davvero di stupire. Prima ancora che quando siamo in montagna, me ne rendo conto in occasione dei meeting per raccogliere i feedback sull’uscita precedente e di preparazione alla successiva.
Mi sorprendo per tante cose, ma soprattutto per come gli elementi di confronto vengano raccolti e analizzati con precisione scientifica. Niente è lasciato al caso, esattamente come sarebbe per un progetto di Change Management per un cliente: gli elementi di soddisfazione e insoddisfazione vanno analizzati, studiati, valutati. Il tiro va corretto, c’è sempre una lezione da imparare. La meta è ben chiara, non esiste una deviazione se non per migliorare il percorso.
Ed è evidente, dopo la seconda uscita, che questo metodo funziona. I grafici, che il proiettore mostra nella penombra degli uffici, urlano “vittoria!”. Alla domanda “quanto hai voglia di continuare questa avventura?”, la barra del punteggio massimo praticamente buca lo schermo! La volta precedente, la maggior parte dei voti anonimi erano sparsi nei punteggi mediani. È chiaro che lo spirito della sfida e della voglia di farcela sta prendendo il sopravvento sulle difficoltà e sulla paura.
Ma anche il secondo grafico la dice lunga: “quanto ti ritieni preparato rispetto alle prossime tappe?”. Il risultato è opposto: più voti sono andati verso la parte bassa del punteggio, questa volta.
Un problema? No, tutt’altro. Tutti iniziano a capire che si fa sul serio: la prossima tappa non sarà una passeggiata, e da qui in avanti ogni uscita sarà una sfida sempre più importante per corpo e mente. Quello che ci aspetta sarà la prima vetta: cercheremo di raggiungere la cima del Monte Fallère, superando i 3.000 metri. Per la maggior parte delle persone presenti, è la prima volta a queste quote! Se ci aggiungi che, dopo la cima, ci sarà da superare una lunga cresta esposta, utilizzando catene e attrezzatura da ferrata, si capisce che questa tappa sarà molto diversa dalle precedenti.
E infatti, anche i grafici successivi dimostrano che questo è ben chiaro a tutti: la maggior parte delle persone ha iniziato ad allenarsi o ha intensificato quello che già faceva, e il 94% di loro si sente molto più consapevole di cosa significhi andare in montagna.
Insomma, quando il gioco si fa duro...Methodos comincia a giocare. E la sensazione è quella di avere davanti un vero gruppo di alpinisti, questa volta. Anche perché, da ora in poi, saranno brandizzati come una vera squadra, con l’abbigliamento tecnico da montagna migliore che ci sia: lo sponsor Salewa ha consegnato i materiali!
Sono bellissimi, e sussurri eccitati percorrono il pubblico mentre una metaforica consegna dell’attrezzatura ha luogo. “Da qui inizia la tua avventura”, è la frase che accompagna il passaggio di mano in mano. Brividi.
Dai pacchi escono giacche colorate, bellissimi zaini, bastoncini così leggeri che sembrano finti e tanto, tantissimo altro. Una cosa più bella dell’altra, materiali di cui si sente la qualità semplicemente passandoci le dita sopra. Tutti i capi sono brandizzati con gli elementi grafici del progetto: il logo di Methodos, quello di M4810, o la caratteristica linea rossa che indica il percorso verso la cima del Bianco. Ci si sente parte di qualcosa di grande solo a guardarli!
Siamo pronti per davvero. E la paura? Quella, almeno un po’, c’è sempre. Ma ormai tutti hanno imparato a riderci sopra. I commenti sono sempre più ironici e divertenti, come a dire “siamo arrivati fin qui, sarà dura ma supereremo anche questa”. Ed è vero: come gruppo, così affiatato, possono davvero affrontare tutto.
Ma la paura va anche affrontata, e si fa con la conoscenza. Per questo il meeting prosegue con alcuni cenni di sicurezza in montagna. Essere preparati e sapere come comportarsi in caso di bisogno è fondamentale quando si affronta qualcosa di nuovo, e si può vedere l’interesse guizzare negli occhi del team mentre seguono le slide. Vogliono davvero arrivare preparati, e conquistare anche la vetta del Monte Fallère.
La domanda è, lui si farà conquistare?