Se M4810 è una palestra di mindset per Methodos, allora chi beneficerà maggiormente dell’aumentata forza dei suoi “muscoli” saranno le realtà con cui Methodos ha a che fare.
Il valore offerto da M4810 a Methodos, ai suoi consulenti, ma anche ai suoi clienti e stakeholder, è l’inaugurazione di un nuovo approccio. Si vuole tracciare un percorso sistematico di Change Management valido tanto in azienda quanto in montagna, tanto sul singolo quanto sulle organizzazioni.
Ogni elemento teorico della consulenza è stato tradotto in una colonna portante, un pilastro della metodologia che ha accompagnato e sta accompagnando l’intero progetto M4810. L’allenamento, il lavoro sul concetto di readiness, l’acquisizione dei dati e il loro utilizzo, lo studio del processo decisionale, sono tutti elementi fondanti dei progetti di Change che applichiamo su noi stessi, in montagna.
Il lavoro di meta-comunicazione, di meta-cambiamento, di analisi di ciò che abbiamo raggiunto e ancora abbiamo da raggiungere, è parte integrante di tutto questo. È essenziale per scolpire nella pietra ciò che abbiamo imparato e messo in pratica, perché questo progetto non sia un laboratorio di Ricerca e Sviluppo, ma la palestra di mindset che tanto conclamiamo. Perché si tramuti in nuove pratiche e modalità inedite di applicazione del Change Management.
È un lavoro che non inizia e non finisce oggi, né finirà con la cima del Monte Bianco, perché se c’è una cosa che la montagna ci sta insegnando è che non si procede per salti incrementali, ma per piccoli passi.
Non è un approccio a scatti e strappi quello che paga nel lungo termine: non serve allenarsi per tre giorni di fila prima di un’uscita senza aver fatto nulla per il mese precedente, se non ad avere le gambe stanche e i muscoli indolenziti.
Ciò che ci porterà in cima al Bianco e che ci renderà change agents migliori è la costanza applicativa, il miglioramento continuo, l’aumento lento e graduale dello sforzo, lo spostamento ponderato di quel famoso limite di cui tanto abbiamo parlato tra queste pagine virtuali.
L’innovazione può avvenire per salti discontinui e disruptive, certo. Ma il cambiamento no. Il cambiamento è la forza di abitudini, pensieri e attività che si sedimentano come strati di rocce, che vanno lentamente ma inesorabilmente a formare delle montagne. Se riusciremo a codificare questo processo e a renderlo duplicabile, riproponibile... allora avremo raggiunto il nostro obiettivo più alto.